Comunicato del Consiglio Direttivo AISV sull’esito dei lavori della Commissione del settore concorsuale 10/G1 – Glottologia e Linguistica nell’ambito del processo di valutazione per l’Abilitazione Scientifica Nazionale.

L’Associazione Italiana di Scienze della Voce, pur rallegrandosi per l’abilitazione conseguita da alcuni dei suoi soci, desidera esprimere alcune considerazioni critiche sull’esito dei lavori della Commissione del settore concorsuale 10/G1 – Glottologia e Linguistica nell’ambito del processo di valutazione per l’Abilitazione Scientifica Nazionale.

Il primo fattore di criticità che può essere identificato nell’intero processo che ha portato alla ASN riguarda, come è stato sostenuto anche da altre associazioni scientifiche, la sproporzione tra il numero ristretto di settori concorsuali entro l’area 10 e il ben più ampio ventaglio di Settori Scientifico Disciplinari che a quelli fanno riferimento. Tale sproporzione è particolarmente rilevante nel caso del settore concorsuale 10/G1, che accorpa discipline disparate che,in molti casi, presentano metodi di ricerca e finalità di studio piuttosto distanti tra loro (dalla Filologia Italica, Illirica, Celtica, alla Lingua e Letteratura Albanese fino alla Filologia Ugro-Finnica). Inoltre, all’interno di uno stesso  SSD, specificamente il L-LIN/01, sono compresi ambiti di studio che nel tempo sono andati grandemente diversificandosi e specializzandosi così da poter essere considerati  de facto settori diversi.

Il meccanismo di definizione dei settori concorsuali e dei settori scientifico-disciplinari ivi ricompresi, unito al meccanismo di sorteggio dei commissari, che sarebbe volto ad assicurare “per quanto possibile la presenza, in ciascuna commissione, di almeno un componente  per ciascun settore scientifico-disciplinare, ricompreso nel settore concorsuale” (DPR 14.9.2011, n° 222,  art.1, comma 9) risulta in realtà palesemente insufficiente a garantire la formazione di commissioni in grado di fornire giudizi che entrino nel merito della specificità teorica e metodologica degli ambiti di studio, soprattutto di quello meno tradizionali.

Ne è conseguita la formazione di commissioni entro le quali la disparità delle competenze scientifiche dei commissari e la loro distanza rispetto alla specificità di quelle di molti candidati si è pienamente riflessa nella difformità e disomogeneità dei giudizi espressi, di cui forniamo di seguito alcuni esempi.

I giudizi collegiali sui candidati presentano una reale valutazione del contenuto scientifico dei lavori da questi presentati solo per taluni ambiti di studio, mentre per altri ambiti la valutazione pare più superficiale in quanto limitata di fatto alla sola enunciazione dei temi trattati nelle pubblicazioni selezionate dai candidati.

Per alcuni candidati, ma non per altri, viene sottolineata l’importanza di contributi presentati a convegni nazionali e internazionali in quanto caratterizzati da rigorose procedure di peer-reviewing.È significativo che questo rilievo non sia stato conferito a quei convegni nell’ambito delle Speech Sciences (Fonetica e Fonologia) che sono caratterizzati dagli stessi processi di accettazione altamente selettivi, attraverso pari procedure di peer-reviewing internazionali operate al testo proposto per la pubblicazione.

Ciò indica che i commissari non hanno dato lo stesso valore e peso alle procedure di selezione attuate nelle sedi congressuali indipendentemente dall’ambito scientifico di riferimento. Gli esempi appena menzionati suggeriscono che i Commissari hanno svolto in base alle proprie competenze scientifiche un lavoro che, almeno in alcuni casi, avrebbe richiesto un esplicito confronto esterno con altri esperti della specifica comunità scientifica di riferimento.

Altri esempi di palese mancanza di uniformità di giudizio riguardano il ruolo internazionale riconosciuto ad alcuni studiosi nella loro qualità di revisori scientifici di riviste di grande prestigio: a parità di compiti svolti per le stesse riviste scientifiche internazionali e riportati esplicitamente nel proprio curriculum, il ruolo di peer-reviewer viene riconosciuto nel giudizio collegiale solo ad alcuni candidati ma non ad altri.

Sulla stessa linea, si rileva che è stata usata una distinzione speciosa tra “rivista straniera” e “rivista internazionale”, con la finalità conseguente di sminuire il ruolo di riviste con comitato scientifico internazionale ma pubblicate in Italia.

Forte perplessità emerge sul modo in cui la commissione ha valutato il contributo individuale nei lavori in compartecipazione: ci si chiede quale sia il criterio distribuzionale in base al quale solo per alcuni candidati si sottolinei la presenza o l’assenza della distinzione del contributo individuale nei lavori in compartecipazione, né quale importanza questa variabile abbia avuto nel giudizio complessivo. Tantomeno risulta chiara la distinzione che è stata operata tra specificazione del contributo individuale in quanto dichiarata nell’articolo pubblicato e specificazione del contributo individuale autocertificato con dichiarazione sostitutiva. Poiché quest’ultima ha valore legale per tutte le amministrazioni pubbliche, tale distinzione assume un palese valore di arbitrarietà.

Perplessità ancora maggiore sorge dalla comparazione tra i giudizi analitici dei singoli commissari e il giudizio collegiale espresso su un determinato candidato: emergono casi eclatanti di giudizi positivi a non abilitati e negativi o tiepidi ad abilitati.

In base alle precedenti considerazioni, e con riferimento al curriculum scientifico dei commissari, riteniamo che sarebbe stata doverosa sia una maggior attenzione alla coerenza nella formulazione dei giudizi, sia il ricorso ai pareri pro-veritate al fine di valutare compiutamente i lavori scientifici di tipo sperimentale nell’ambito delle scienze della voce. Questi ultimi avrebbero garantito per tutti la congruità dell’operato della commissione rispetto ai criteri di valutazione delle pubblicazioni scientifiche che essa stessa si è data (cfr. Verbale n° 1,  pag. 2: “qualità della produzione scientifica, valutata all’interno del panorama internazionale della ricerca, sulla base dell’originalità, del rigore metodologico e del carattere innovativo in ambiti differenziati (…)”).

Il consiglio direttivo dell’AISV, su mandato dell’assemblea dei soci tenuta a Torino il 23 gennaio del corrente anno, esprime il proprio sconcerto sulle procedure previste dall'ASN e forti riserve circa l'operato della commissione. Ritiene inoltre altamente auspicabile una radicale revisione delle procedure abilitative attualmente in corso e, in vista di eventuali altre applicazioni future, una revisione delle procedure di nomina delle commissioni e un esplicito richiamo ai commissari selezionati che, consapevoli dell’impossibilità di mostrarsi enciclopedicamente competenti su tutti i temi del macrosettore di riferimento, non esitino a fare uso sistematico di pareri pro-veritate, al fine di permettere una fondata valutazione del merito scientifico.

Le intenzioni del legislatore, per le quali l'intera procedura era stata concepita, non sembrano riflesse nei risultati di questa prima applicazione: la verifica dei requisiti di qualificazione scientifica dei candidati sembra, infatti, essere stata interpretata nei termini di una selezione comparativa e non nei più consoni termini originali di sistema di abilitazione tout-cour.

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana di Scienze della Voce

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